C’è uno studio tutto italiano alla base di un’innovazione che potrebbe cambiare il modo di creare la plastica. Quella del futuro, secondo i risultati della Bio-On di Minerbio (Bo), è infatti una plastica del tutto biodegradabile in acqua, che non ha nulla a che fare con il petrolio.
Tutto ha avuto inizio dallo studio su un polimero, che viene dallabarbabietola da zucchero, il Polyhydroxyalkanoato o “Pha”, ricavato appunto da barbabietole e derivati. Il prodotto sarebbe una plastica realmente biologica, biodegradabile in acqua a temperatura ambiente e facilmente utilizzabile per “packaging generico, packaging alimentare, design, abbigliamento, auto motive”, come si legge sul sitodi Bio-On.
Ed ecco svelate le caratteristiche della materia prima: “Polyhydroxyalkanoato o PHAs sono un poliestere lineare prodotto in natura da una fermentazione batterica di zucchero – si legge sullo stesso sito - Più di 100 differenti monomeri possono essere uniti da questa famiglia per dare vita a materiali con proprietà estremamente differenti. Possono essere creati materiali termoplastici o elastomerici, con il punto di fusione che varia da 40 a oltre 180°C. MINERV-PHA è un biopolimero PHA ad elevata prestazione. MINERV-PHA ha ottime proprietà termiche. Attraverso la caratterizzazione è possibile soddisfare esigenze produttive da -10°C a +180°C. Il prodotto è particolarmente indicato per la produzione di oggetti attraverso metodi di produzione ad iniezione o estrusione. Sostituisce inoltre prodotti altamente inquinanti come PET, PP, PE, HDPE, LDPE”.
In pratica, si tratterebbe di una soluzione che porrebbe rimedio all’utilizzo di derivati dal petrolio, che sono ormai un problema in fase di produzione e, soprattutto, in fase di smaltimento. Trattandosi di sostanze preziose nella realizzazione di oggetti di uso quotidiano, sarebbe davvero un passo avanti enorme sapere di poter contare su un’alternativa nettamente più ecofriendly una volta che il prodotto termina il suo ciclo di vita. Inutile dire che la biodegradabilità in acqua, come ricordano dalla stessa Bio-On sia il mezzo più economico per distruggere e recuperare gli elementi, oltre che rapido.
Ricapitolando, il PHAs si produce naturalmente e si biodegrada senza inquinare né senza lasciare tracce. Una vera rivoluzione.
Siamo lontani dalla produzione su larga scala? No, affatto. Entro il 2012 l’azienda dovrebbe riuscire a produrre circa 10 mila tonnellate della sua questa plastica biodegradabile, con un brevetto che porta il nome di “Minerv”.