Fabio Zanchetta, presidente dell'associazione Bike Pride,
consultata dall’assessorato alla Viabilità per la redazione del
Biciplan, è critico sul piano: "Le nuove ciclabili in progetto nascono
esattamente con i difetti delle vecchie. La mancanza di lungimiranza e
la contraddizione fra gli obiettivi, 15% di traffico ciclistico in 10
anni, è palese" In seguito all'approvazione del Biciplan da parte del Comune di Torino avvenuta il 24 settembre, abbiamo intervistato Fabio Zanchetta, presidente dell’associazione Bike Pride che è stata consultata dall’assessorato alla Viabilità per la redazione del piano.
Adesso che il Biciplan è stato approvato cosa cambia concretamente?
Come semplice cittadino penserei che non cambia nulla perché abituato
allo standard italiano: tutto cambia perché nulla cambi. Mille faldoni,
discorsi, convegni ma nella realtà non si riesce a rimuovere neanche le
auto parcheggiate sulle ciclabili, che dovrebbe essere il livello zero.
In teoria cambierebbe l'approccio. Il biciplan è come un piano
regolatore. Se sbagli, e sbaglieranno, possiamo pizzicare amministratori
e tecnici dicendo: "Nel biciplan è scritto così! Perché lo state
facendo male?"
Un esempio già visibile di questi “sbagli”?
La spina3 di Via Livorno e via Orvieto è un caso eclatante: 12
attraversamenti di carreggiata per attraversare 2 isolati in un continuo
e rischiosissimo zig-zag; una parte di riqualificazione in cui la
corsia ciclabile non è stata nemmeno inserita nel progetto; una
ciclopedonale irrilevante, e molto mal segnalata, inglobata in un
marciapiede sempre pieno di pedoni. Il tutto, naturalmente, non connesso
alla rete. Un eccesso di errori dovuti alla totale mancanza di
progettazioni a priori, senza standard e senza obiettivi. Eppure
parliamo del 2008.
Nei mesi scorsi il Coordinamento Bike Pride aveva redatto un
documento lungo e dettagliato sulle principali criticità del futuro
Biciplan, corredato di foto e descrizioni dettagliate della rete
ciclabile torinese. Il Comune ha accolto le vostre indicazioni?
Hanno risposto con un documento apposito. Devo dire che hanno letto
tutto per bene: è già un risultato! Tuttavia le risposte sono evasive:
in pratica sostengono che quanto critichiamo è già risolto nel biciplan e
che "ne terranno conto”. Ma intanto le nuove ciclabili in progetto,
come Corso Novara e il Passante ferroviario o Corso Principe Oddone,
nascono esattamente con i difetti delle vecchie. Sono di nuovo a centro
strada, con ben tre attraversamenti semaforici per incrocio. Esattamente
l'opposto di quello che chiedevamo, cioè delle ciclabili
monodirezionali a fianco dei marciapiedi, come in Olanda e Danimarca. In
questo modo non incideranno mai, continueranno ed essere pericolose,
poco attrattive e poco utilizzate. Ma progettarle diversamente avrebbe
significato togliere posti auto: la mancanza di lungimiranza e la
contraddizione fra gli obiettivi, 15% di traffico ciclistico in 10 anni,
è palese.
mercoledì 25 settembre 2013 13:08Fonte: Eco dalle Città http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=376319
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