Cos'è un Contratto di fiume? I Contratti di Fiume (CdF) sono strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale. Rientrano in questa definizione anche i contratti di lago, di costa, di acque di transizione, di foce e di falda, qualora gli strumenti sopra descritti vengano utilizzati ponendo l’attenzione a categorie di corpo idrico diverse dal fiume. I contratti di fiume sono coerenti con le previsioni di piani e programmi già esistenti nel bacino idrografico di riferimento/sub-bacino e per il territorio oggetto del CdF e, qualora necessario, possono contribuire ad integrare e riorientare la pianificazione locale e a migliorare i contenuti degli strumenti di pianificazione sovraordinata, in conformità con gli obiettivi delle normative ambientali di cui al punto precedente. Sottoscrizione di un Atto di impegno formale, il Contratto di Fiume, che contrattualizzi le decisioni condivise nel processo partecipativo e definisca gli impegni specifici dei contraenti; Attivazione di un Sistema di controllo e monitoraggio periodico del contratto per la verifica dello stato di attuazione delle varie fasi e azioni, della qualità della partecipazione e dei processi deliberativi conseguenti. Informazione al pubblico. I dati e le informazioni sui Contratti di Fiume devono essere resi accessibili al pubblico, come richiesto dalle direttive 4/2003/CE sull'accesso del pubblico all'informazione e 35/2003/CE sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali su piani e programmi ambientali, attraverso una pluralità di strumenti divulgativi, utilizzando al meglio il canale Web. Tratto da "Definizioni e Requisiti Qualitativi di base dei Contratti di Fiume" Tavolo Nazionale Contratti di Fiume, Gruppo di Lavoro 1: Riconoscimento dei CdF a scala nazionale e regionale e definizione di criteri di qualità DOC1 - 12 marzo 2015 I Contratti di fiume sono uno strumento per la pianificazione e gestione dei territori fluviali riconosciuto con un apposito emendamento nel 2015 all’interno del Codice dell’Ambiente DLgs 152/2006 all'art. 68 bis. Ad oggi sono ormai 15 le Regioni che hanno aderito alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume (Milano 2010) e altre sono in corso di adesione. Esperienze di Contratto di fiume sono presenti su tutti i grandi fiumi italiani sia al nord che al sud del Paese (Po, Piave, Tevere, Adda, Arno, Brenta, Trebbia…ecc). Il Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente, ISPRA ed il contributo di 35 esperti ha fissato nel 2015 i criteri di qualità dei processi con il documento “Definizioni e Requisiti Qualitativi di base dei contratti di fiume” (12 marzo 2015). I Contratti di fiume compaiono anche nella “Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici” documento redatto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con il coordinamento scientifico del CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici), approvato dalla Conferenze Stato Regioni ed Unificata, il 30 ottobre 2014. Nel Decreto “Sblocca Italia” all'art. 7 vengono destinate risorse pari ad almeno il 20% del totale di quelle destinate ad interventi contro il dissesto idrogeologico ad interventi integrati, che agiscono cioè, secondo la filosofia dei Contratti di fiume. A cura di Massimo Bastiani (Coordinatore Tavolo Nazionale Contratti di fiume) Link utili: Tavolo Nazionale dei Contratti di fiume EIP- Water Action Group "Smart Rivers Governance"
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